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Ivana

Ivana

COME TI CHIAMI?

Ivana

Come hai iniziato a cucire?

I miei primi approcci con il cucito risalgono all’età di otto anni, quando mi dilettavo a cucire i vestiti per le bambole con la macchina a pedale della mamma. Ricordo vividamente il piacere di creare e di vedere la trasformazione di un semplice pezzo di stoffa. In età ormai adulta ho iniziato ad appassionarmi anche al ricamo a mano, mi piaceva studiare e sperimentare sempre nuove tecniche, aumentare il grado di difficoltà e affrontare nuove sfide creative.

Come la creatività ha cambiato la tua vita?

La creatività è stata per me non solo un modo di esprimermi a livello manuale, ma anche e soprattutto l’intuizione che mi ha spinta a lasciare il posto di lavoro fisso per buttarmi, senza “BUONSENSO”, in quella che è diventata la mia attività professionale: sono artigiana ricamatrice e stampatrice.

Raccontaci la tua storia

La mia è una storia comune a molte donne, sono moglie e mamma, con il mio diploma di ragioneria, ho lavorato per 15 anni in uno studio professionale. Con l’andare del tempo e la difficoltà di conciliare lavoro e famiglia, questo ruolo mi è andato sempre più stretto e così ho deciso di lasciare il posto fisso per dar vita ad una attività imprenditoriale tutta mia.

Mi sono praticamente SCUCITA.

Appoggiata e incoraggiata da mio marito, ho allestito il mio laboratorio sotto casa, ho acquistato ricamatrice, plotter da taglio, pressa e successivamente plotter da stampa digitale e ho iniziato a crearmi un pacchetto di clienti che con il passaparola è diventato abbastanza nutrito. Non conto le ore investite in formazione, in prove su prove per studiare tecniche, materiali, supporti, con il tempo ho capito che il ricamo non è matematica ma una scienza, dove basta cambiare una impostazione e cambia completamente il risultato.

Ancora oggi la parte più bella del lavoro è la sperimentazione, è qui che la creatività prende vita e vigore e permette di offrire qualcosa di insolito e visivamente innovativo. La possibilità di convogliare le proprie forze in qualcosa che appaga l’animo, dona una elettrizzante sensazione di libertà, che rende sostenibili tutti gli sforzi nelle immancabili difficoltà del lavoro in proprio.

Cosa diresti alla te di ieri?

Alla me di ieri direi che ha fatto bene a buttarsi, ad investire in formazione, a sfinirsi nelle prove per ottenere il risultato migliore, perché la me di ieri non avrebbe ottenuto tutte le soddisfazioni di oggi, nonostante le crisi, la pandemia, l’incertezza.

Che incoraggiamento daresti a chi ci legge

Di coltivare i propri sogni e di dar loro la struttura necessaria affinché possano prendere forma, la creatività serve anche a ipotizzare delle forme di realizzazione personale sostenibili e compatibili con il nostro modo di vivere.Personalmente conosco molte artigiane che come me hanno messo da parte il buonsenso, per dar vita ad un proprio progetto di business e sono state ripagate per questa scelta coraggiosa.