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Vittoria

Vittoria

COME TI CHIAMI?

Ciao a tutti! Mi chiamo Vittoria.

Con che macchina cuci?

Attualmente cucio con due modelli Bernina, la B350 Patchwork Edition e la B475 Quilters Edition.

Come la creatività ha cambiato la tua vita?

Oggi posso dire che la creatività ha cambiato totalmente la mia vita.
Non sono, in realtà, tanto stupita di averla scoperta dentro di me perché, se ci penso, fin da piccola ho sempre amato lavorare con le mani, creare, realizzare oggetti.
Durante gli anni delle scuole medie, già lavoravo un po’ all’uncinetto e mi piaceva realizzare borse, copertine e top per l’estate. Un’amica di mia madre insegnava sartoria in una scuola privata e mi ricordo che, quando veniva a casa e mi portava qualche abitino cucito a mano, io rimanevo affascinata dai suoi racconti sulle allieve e i progetti che realizzavano. Ma in casa mia cucire non poteva diventare un mestiere. Bisognava studiare e cercare di meglio. Forse per questo non ho mai capito che la creatività era una parte importante della mia personalità. Non ho mai cercato di alimentarla, di farmi consolare da lei, di accoglierla. Fino a che non è stata la creatività a chiamarmi a sé.

Come hai iniziato a cucire?

Io ho iniziato a cucire per puro caso. Avevo perso il lavoro e mi sono ritrovata dal trascorrere 10 ore al giorno in uno studio legale a muovermi per casa senza sapere cosa fare.
Un giorno vado a trovare mia madre e mentre facciamo quattro chiacchiere come al solito, noto la sua macchina per cucire, aperta sotto la finestra.
E dire che è stata lì da quando avevo pochi anni di vita!! Era una Singer a pedali con mobiletto, anzi devo dire: è una Singer a pedale perché è ancora lì, funzionante!
Quel pomeriggio sono tornata a casa e mi sono messa a fare ricerche su internet per trovare una macchina usata da acquistare e imparare a cucire.
Non lo so davvero che cosa mi sia scattato nella testa.
Penso fosse solo il desiderio di tuffarmi in qualcosa di nuovo da imparare, studiare, a cui dedicarmi visto il fallimento della mia vita lavorativa. Cercavo, dentro di me, qualcosa per cui valesse la pena svegliarsi al mattino, che desse di nuovo valore alle mie giornate.

Raccontaci la tua storia

Io mi sono scucita davvero, quando ad un certo punto della mia vita, dopo aver tanto studiato e pensato al mio futuro in un certo modo, all’improvviso niente poteva essere come l’avevo immaginato. Mi sono trovata completamente persa. Senza punti di riferimento, senza sapere dove andare, cosa fare, che obiettivi avere.
Sono cresciuta con una serie di idee nella testa: laurearmi, trovare un posto di lavoro alle dipendenze di uno studio legale, magari addirittura aprirne uno in proprio, fare carriera, sposarmi e poi aspettare agosto per le ferie. Si trattava di un’impostazione mentale tipica delle generazioni degli anni ‘90.

L’idea del posto sicuro, del posto fisso.

Ma poi la crisi economica ha ribaltato tutto nel 2008. Io non avevo trovato nel lavoro ciò che si avvicinava alla mia personalità. La crisi economica mi ha lasciata a casa, è vero, seguita a ruota da mio marito, ma in realtà non ero comunque felice. Non solo il lavoro di studio era duro e mi succhiava via la vita di tutti i giorni, ma eravamo emigrati al nord con mio marito e anche l’integrazione non era facile.
Nonostante tutto seguivo un percorso, che però poi, perso il lavoro entrambi, non potevo più nemmeno immaginare.
Dal nord Italia siamo tornati a casa, in Campania, al paese. Abbiamo dovuto ripensare a come guadagnarci da vivere.
Per resistere, in quegli anni, ci siamo consumati i risparmi degli anni addietro.
Io, allora, ho iniziato a lavorare come copywriter freelance.
Ho sempre letto molto e scrivere mi piaceva. Mio marito, che fa il programmatore, mi disse di dedicarmi a quello visto che in quel periodo c’era tanta richiesta di copywriters nelle web agency. Così ho iniziato a scrivere da casa per aziende che avevano siti internet o shop online.
E’ stato proprio in quel periodo che ho incontrato la macchina per cucire e da allora tutta la mia vita si è incanalata su una strada di cui non conoscevo neppure l’esistenza.

In quel momento ho iniziato a ricucirmi.

Cosa diresti alla te di ieri?

Oggi le direi che è stata brava a tenere duro e che avrebbe dovuto fidarsi di più delle proprie risorse.
Le direi che comunque la sua vita non è stata sprecata, perché se tutto quel giro è servito ad arrivare oggi, fin qui, allora ne è valsa davvero la pena.

Che incoraggiamento daresti a chi ci legge

A chi mi legge in questo momento dico: se non sei felice della tua vita, cambiala, perché ne abbiamo solo una.
Il passato non si può cambiare, il futuro non si conosce, ma il presente è già qua, lo stiamo vivendo. Nel presente possiamo agire e compiere già quei passi che ci avvicinano al cambiamento. Sono i passi che ci possono portare dove facciamo la vita che vogliamo, seguiamo le nostre passioni, siamo fieri di noi stessi, ci piace quello che realizziamo e le nostre produzioni rendono felici anche gli altri: chi amiamo, gli amici, la famiglia, chi ci circonda. Essere felici non è cosa da poco. Dovrebbe essere lo scopo ultimo di tutte le nostre scelte, di tutte le nostre azioni.
Nel mio caso cucire è ciò che mi fa felice. Condividere questa passione con altri mi rende felice. Insegnare agli altri che possono trovare nel cucito un amore forte, un lavoro, una passione, è ciò che mi rende davvero felice. Quindi a chi mi legge dico: guarda dentro di te, comprendi bene quale sia il tuo talento e investi su di esso. Fidati del tuo istinto, senza paura. Niente è impossibile. Nessuna condizione di vita è permanente e come diceva mia nonna Vittoria: “solo alla morte non c’è rimedio”.